domenica 10 novembre 2013

Da domani forse obietterò anch'io

Da domani forse obietterò anch' io.

Dal 1995 lavoro in Lombardia e sono un’anestesista non obiettora. Prima lavoravo in Germania, era un Ospedale confessionale e nessuno mi pose la domanda di obiezione, non si facevano  interruzioni di gravidanza e basta. Poi all’Ospedale di Garbagnate: mi sono rimaste impresse le battutine dei miei colleghi obiettori su “Erode” rivolte a noi non obiettori. Ma ci passavo sopra. Sono sempre stata una militante assoluta.
La lotta per la 194 è stata una pietra miliare della mia vita politica e della generazione a cui appartengo. “Non si torna indietro”: articolo primo della mia militanza.
In tutti questi anni non mi è particolarmente pesata la non obiezione, perché ne ho sempre avvertito la necessità sociale, pur costringendomi a una parte del lavoro che non mi piace.

Le donne che si rivolgono alla 194 sono cambiate.
20 anni fa erano tantissime e quasi tutte italiane: studentesse universitarie, casalinghe disperate, situazioni amorose difficili, donne metropolitane al quarto figlio in 70 metri quadri, giovani coppie non ancora stabilizzate, concepimenti per rottura di condom, figli di violenza sessuale e incesti.
In questi anni le donne sono cambiate.
Spesso hanno 13-14 anni, arrivano accompagnate dai genitori o con la lettera di accompagnamento del giudice tutelare, ragazzine sperdute con lo sguardo già spento, con mamme premurose e ansiose che passino quelle ore. Sono donne straniere: moltissime musulmane con altissimo numero di interruzioni. Albanesi, marocchine, ecuadoriane, peruviane. Moltissime badanti. Anche donne rom: ma quelle c’erano anche negli anni 90, non sono cresciute in termini percentuali. Prostitute. Non rare le gravidanze frutto di violenza e negazione dell’amore.
Meno frequenti le italiane tra i 25 e 40 anni: a quella età i figli si vogliono e c’è una maggiore stabilità economica. Le donne italiane abortiscono spesso prima e dopo questa età, quando la precarietà economica le colpisce di più. Tante hanno perso il lavoro, tante raccontano situazioni disperate con il marito in cassa integrazione.

In questi 18 anni ho sempre lavorato con la certezza della necessità di quello che facevo, e del dovere di non obiettare, pur non piacendomi assolutamente farlo. Sapevo di avere con me tutto il movimento delle donne.
La recente delibera di Firenze mi ha fatto sbattere la faccia contro una realtà amara.
Le donne non sono più unite sulla necessità della difesa della 194 da tutti gli attacchi.
Molte pensano che chiedere a una donna se vuole dare sepoltura all’embrione che sta abortendo sia una cosa NORMALE. E che tra i cimiteri dei feti e la 194 non vi sia connessione.
Sarebbe quindi normale un medico che chiede alla donna se vuole fare il funerale al feto che sta abortendo. La giustificazione è quella del superamento del dolore!
Sembra un film dell’orrore: embrioni amati e rifiutati dalle donne, come le migliori Madri di  Nicky Saint Phalle, quelle grasse e colorate che dopo averli partoriti se li mangiano. E poi altri embrioni non amati, non riconosciuti e buttati nei rifiuti speciali. Embrioni di serie B, figli dell’amore malato.
A questo ci ha portato l’estremismo cattolico ed è da questo che ci dobbiamo difendere, da cui le donne si devono difendere. Vedo invece molte che difendono aprioristicamente i cimiteri dei mai nati: è quanto di più triste mi sia capitato nella storia della mia militanza civile.
Per 18 anni, care donne schierate e no, ho sostenuto concretamente la legge 194.
Ora cavatevela da voi.
Io ho dato.

1 commento:

  1. Io non sono militante, sono solo una mamma di trentun anni che aspetta il suo quarto bambino, frutto e dono di quell'amore speciale che nasce e cresce nel matrimonio e rende tutto più vero, forte e semplice, e non vorrei togliere nulla a nessuno, né tantomeno giudicare quelle donne che per necessità, che siano queste vere o ideologiche, vanno incontro a quel dolore lacerante che neanche il miglior anestesista del mondo può alleviare, ma perché chiedere, perché npn poter dare a tutti quei BIMBI una sepoltura? Non credo in embrioni di serie "A" o di serie "B", credo nella vita, e nel giusto modo di poter dare quel po' di considerazione e dignità che gli è stata negata per sempre.... seppelliamo le nostre tartarughe e i nostri criceti, ci commuoviamo davanti a immagini di cagnolini e non possiamo dare un po' di tempo a loro? Che male fa? E a chi? Maria Stella

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