giovedì 12 dicembre 2013

Diritti ma anche Doveri


Anni fa quando Albertini voleva dare più tassisti a Milano improvvisamente noi pendolari scoprimmo, forse perché negli anni 70 eravamo bambini, che fosse possibile in Italia bloccare la vita di una Regione bloccando l’autostrada Milano Laghi.
Non era una protesta che si potesse condividere, era una violenza che ognuno di noi subiva rimanendo ore ed ore bloccato in un inferno senza fine.
I Forconi attuano la protesta con la stessa tecnica.
Non formano un democratico corteo.
Si piazzano a Loreto e impediscono che un nodo del traffico cittadino vitalissimo scorra.
Le code sino a Piazzale Lodi. L’incazzatura generale a mille.
In Puglia a Ruvo, Andria, ma sono moltissimi i centri pugliesi e non, hanno obbligato i commercianti volenti e nolenti a tenere chiusi i negozi per due giorni. Molti hanno subito minacce e in qualche caso vere e proprie intimidazioni.
Questo è significato addio al pescato, addio agli acquisti dei verdurai, congelamento delle carni da troppo in frigo, ma soprattutto addio per molti all’incasso di un quotidiano necessarissimo, incasso precario e da cui dipendono molte tratte bancarie.
Non avendo padri, il Movimento non ha un Servizio d’Ordine, per cui i capopolo accusano di avere degli infiltrati che usano la violenza , ricusandone una paternità.
Un po’ come dire ho un corpo ma non controllo un braccio e se spacca le vetrine non è colpa mia.
Quanto però più impressiona è il livello culturale e sociale dei “forcaioli”.
Parlano di essere stufi di pagare le tasse!
E’ vero, tutta Italia soffre la pressione fiscale, a cominciare dai redditi che superano i 10.000 euro l’anno si versano cifre indecenti che uno stato irresponsabile chiede.
Interessante è però andare a chiedere ad ognuno il lavoro svolto e le dichiarazioni dei redditi presentati negli anni precedenti.
Si scoprirà che la gran parte non ha mai fatto denuncia di qualsiasi somma, si tratta di quel humus italiano a cui la politica aveva sempre fatto un occhiolino e la finanza pure.
Molti sono “braccianti” che si fanno mettere le giornate da proprietari compiacenti, per poter avere il sussidio di disoccupazione, moltissimi sono commercianti di piccoli e fallimentari negozi che sopravvivevano con qualche merce venduta per caso, inghiottiti dalla “macroeconomia” di Mediaword, Esselunga e dei “cinesi”.
Gente incapace di riciclarsi, come il il negozio di frutta e verdura sotto caso che è fallito perchè vendeva a prezzi di boutique la sua merce senza offrire eccellenti prodotti.
Molti sono dei fancazzisti veri e propri, quelli che trovi in piazza, sempre pronti ad accendersi come la paglia al solo avvicinarsi del cerino.
Moltissime sono anche donne a cui il precariato qualcosa garantiva, in nero, ma lo garantiva.
La Crisi ha scoperchiato una pentola di questa massa incolta, figlia di "Maria De Filippi" e Format simili, figli del nero che mai nessuno ha voluto scoperchiare, una massa poco incline a parlare di diritti ma anche di doveri, impreparata a sopravvivere ad un taglio del superfluo che ci ha resi quasi tutti più poveri, ma a moltissimi ha tolto l’ossigeno per sopravvivere.
La crisi è opera di quei politici che a “Maria” pagavano milioni di Euro per drogarli il pomeriggio alla TV e al Sabato, politici atti a fare leggi ad personam, quando l’Europa ci chiedeva riforme e il povero Schroeder pur di garantire alla Germania un futuro le fece e perse l’elezione.
Si perché se si ama la propria nazione ,oltre a sparare stupidate, sulla nazione e la bandiera, si fanno riforme anche impopolari.
Non ne hanno fatte e oggi capeggiano, nemmeno troppo dietro le quinte, questa rivolta.
La rivolta di un popolo stupido a cui dare delle brioche è il minimo che si possa fare.
Si accontenterebbero.
Il Redito Minimo Garantito per molti casi di disperazione vera è la soluzione, se non fosse che questa Italia vive in troppi casi di imbroglio allo Stato.
Assicurarlo nei casi di disagio economico accertato è la unica risposta che la POLITICA deve dare.

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