sabato 24 maggio 2014

Voterò domani io cittadina d'Europa

Approbationurkunde/ Riconoscimento della mia Laurea in Germania e il diritto di lavorare come Medico laureato in Italia
Specializzazione in Anestesia conseguita a Monaco di Baviera


L'Europa non è un concetto astratto, l'Europa non è la Merkel, l'Europa non è Casaleggio.
L'Europa è nella vita di tutti noi.
Quando mi sono laureata, nel 1985, in Italia c'era una pletora di laureati in Medicina tale che ci si accontentava di tutto, anche dei pochi soldi in CRI a fare prelievi, pur di tirare su la sopravvivenza.
L'accesso alla specialità era riservato agli interni e ai raccomandati "forti".
Le specialità più accorse, quelle che producevano tanto denaro, avevano tempi di ammissione anche di 4-5 anni per i figli di nessuno come me.
Specializzarsi significava inoltre essere alla spalle della famiglia ancora, perchè lo specializzando non era remunerato,al contrario doveva dire grazie per ogni cosa, anche per l'aria che respirava.
I miei genitori avevano altri 3 figli universitari e non erano straricchi.
Compii allora una scelta non semplice.
Avevo un gran progetto, specializzarmi in Anestesia in Germania.
I miei amici  tedeschi mi avevano raccontato che lì la specializzazione era pagata con stipendio pieno, avrei imparato un mestiere e senza pregare perchè me lo insegnassero, anzi ero obbligata ad apprenderlo in fretta perchè avrei percepito un emolumento mensile, pure consistente.
Sapevo ed ero conscia di tutti i miei limiti.
Non andavo all'Estero forte di un 110/110 cum laude.
Non ero inviata (raccomandata) da un accademico italiano.
Non sapevo il tedesco e neppure l'inglese, alle medie e al ginnasio avevo studiato, con scarso apprendimento,  il francese.
Partii a giugno di quel 1985 con le mie due valigie e un regalo in soldi ( mia madre mi disse "gli ultimi" ) dei miei genitori che mi permisero di affrontare i primi mesi senza stipendio, poter imparare la lingua, il tedesco.
Contai sulla disponibilità e l'affetto di una mia amica che mi permise di abitare da lei senza pagare un affitto.
Non vidi il mare quell'anno, non godetti di nessuna vacanza in giro per il mondo, non mi fu regalato il Rolex come si usava e si usa ancora.
Mi iscrissi a una scuola di tedesco ad Amburgo e studiai, studiai tantissimo.
La sera andavo nella Himmelstrasse in un ristorante italiano,di uno di Mola di Bari,  a preparare Tiramusù e Carpaccio che andavano tanto di moda.
Servivo anche ai tavoli. Mi permetteva di guadagnare dei soldi.
Dopo pochi mesi cominciai a inviare le domande di lavoro, in tutto il Nord della Germania ed affrontare colloqui, uno dopo l'altro, con coraggio  perchè, come diceva Don Milani, se conosci 300 parole non sarai mai Padrone. Il Tedesco è lingua ostica, per ogni posto che si creava c'era un tedesco che garantiva un medico che almeno i pazienti li capiva!
Io però  imparavo in fretta.
L'Europa mi dava una grande opportunità.
La mia Laurea, conseguita in Italia, fu riconosciuta in meno di un mese.
Venni assunta in Baviera a Straubing, all'Ospedale Accademico "Elisabeth Krankenhaus" il 1 settembre del 1986.
Ad un anno dalla mia laurea assunta a pieno titolo ed iniziò la mia specializzazione in Anestesia.
Grande Europa. Io cittadina italiana avevo un posto in Europa.
Il tedesco lo mascticavo, sostenevo una conversazione, sebbene il bavarese non lo capivo.
Fu un grande atto di coraggio, l'assumermi, quello del mio primo primario.
In Germania ci sono rimasta quasi 10 anni.
Ho imparato un mestiere di cui sono fiera e penso di svolgerlo con onestà e rigore morale.
Mi sono specializzata e, con orgoglio lo scrivo, fui la seconda cronologicamente, ma la prima per tempi e brillantezza di risultato, della nidiata di assistenti assunti dal mio Primario in quegli anni.
Unica straniera tra tanti tedeschi del mio reparto.
Lo resi fiero quando tornai vittoriosa dall'esame.
Avevo vinto, ma aveva vinto anche lui scommettendo con molte titubanze, ma sostenendomi velatamente sempre.
L'Europa significa questo.
Dare una marcia in più a noi tutti.
Andare oltre il confine.
Diventare cittadini del mondo. Sapere che hai altre possibilità.
Scommettere su te stesso.
Non ci fosse stata l'Europa Mercedes probabilmente sarebbe un mediocre medico, uno di quelli che, dopo anni di graduatoria, avrebbe fatto il medico di base, mestiere rispettabile, ma mai  sognato.
Certo io sono stata una pioniera dell'Emigrazione "intellettuale" .
Negli anni dal mio paese  Castellana Grotte migliaia di laureati sono andati via, sono partiti per l'Europa e per il Mondo a conquistarsi il lavoro.
Sostenere l'Uscita dall'Europa  chiude le porte ai nostri figli, si ritorna indietro. in quel mondo provinciale chiuso nei nostri confini.
Uscire dall'Euro e dalla moneta unica significa molto semplicemente quanto vissuto sulla mia pelle.
Io giovane assistente medico in Germania guadagnavo molto di più più di mio padre allora Preside di un Liceo  Italiano con 40 anni di carriera.
Molto umiliante, la  lira si svalutava continuamente.
L'industria guadagnava ma gli operai, i dipendenti a reddito fisso si impoverivano, l'ondata degli scioperi non si placava. Giustamente.








1 commento:

  1. Mercedes, complimenti ! Conoscerti è stato un privilegio che si rinnova in ogni ogni contatto, anche solo mediatico. la tua esperienza, la tua Europa, fai bene a raccontarle con la forza e la passione che ti sono connaturate: c'è bisogno assoluto di Europa e in essa c'è bisogno assoluto di un maggiore protagonismo dei giovani, delle donne dei lavoratori che ne hanno sperimentato la potenzialità. .

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