lunedì 29 aprile 2013

La solitudine del Dissenso.

Pippo Civati



Drammatiche ore per chi, come me, guarda a Civati come ad una delle menti più illuminate del PD.
La sua scelta di non votare il Governo è l'ultimo atto, lineare, di un percorso che è stato condiviso da tanti di noi e  che ben altro hanno desiderato per le sorti del Centrosinistra e del paese.
Un governo di larghe Intese con il PDL e Alfano Ministro dell'Intreno, non era nemmeno nei più remoti cassetti del plausibile.

Dispiace vedere in queste ore la solitudine di Civati!
Dispiace che il dissenso abbia portato alla luce ancora una frattura: minoritari e fratturati.
Dispiace perchè l'area dei dissidenti è divenuta minoritaria ma sino a sabato appariva molto compatta.
Gli era stato sottoposto quel  documento, stilato da Sandro Gozi, poi pubblicato nella sua stesura originale, con la firma di Civati  ma a sorpresa (per molti di noi) si è demarcato nella trasmissione televisiva di ieri,ospite con Laura Puppato da Lucia Annunziata.
Certamente il suo si definitivo non c'era quando è stato pubblicato il documento.
Ha chiaramente detto di non averlo firmato e che avrebbe deciso oggi.

Io dissento dalla sua posizione.
Non ci sono strade per andare a formare un governo diverso.
Esiste una necessità di risposta al Paese che non può capire perchè dopo 60 giorni non c'è Governo.

Il M5S ha ridicolizzato ogni tentativo con  dialogo con il PD , operando quella scelta e facendo pagare dei costi politici altissimi a Civati e Puppato che si sono spesi a 360 gradi per tracciare un ponte di dialogo e convergenza.
Grillo li ha fatti diventare piccolissimi per peso della proposta all'interno del PD, con il risultato che contavano quanto il 2 di picche, dando una enorme importanza e rendendo fortissimo chi lavorava perchè fallissero tutte le strade di apertura.

La gravissima storia della elezione del Presidente della Repubblica ha dato a tutti gli italiani la percezione esatta delle fratture interne e insanabili (dico io) nel Partito Democratico.
Da un lato Renzi e Dalema che hanno lavorato sin dall'inizio per le larghe intese, dall'altra Bersani che non riusciva a concretizzare nessuna proposta perchè deriso, umiliato e sbeffeggiato a destra o a sinistra, dipendeva da quel che diceva, dall'altra Civati, Puppato e pochi altri pronti all'unico dialogo che l'elettorato accettava, nel rispetto delle indicazioni date dalle politiche, sempre più isolati.

Hanno perso la loro,la nostra  battaglia, quando si perde poi o te ne vai o rimani, ma se rimani devi accettare la decisione della maggioranza, dettandone pure le tue condizioni, ma non voti contro o ti assenti.
Questo è il principio della Democrazia soprattutto quando sei Deputato o Senatore della Repubblica.
Non stiamo mica a giocare in una sezione marginale del paese e un giorno stiamo sul pero e l'altro sul melo.
Io ho sperato Civati prendesse un'altra decisione.
La solitudine sua è una ulteriore ferita a questo percorso pieno di buche, trappole, nemici veri e falsi, amici onesti e veri disonesti.
Un percorso pieno di errori ma anche tanta viltà di chi li ha lasciatti soli.



5 commenti:

  1. Votare la fiducia al governissimo perché Grillo è stato cattivo? troppo semplice. L'incarico al Mv5 con la fiducia provvisoria del PD era l'unica soluzione coerente con gli impegni elettorali dei due partiti. E' vero che Grillo non ha fatto capire chiaramente che il Mv5 doveva e poteva battersi per questa prospettiva, invece di stare sull'albero a cantare (e a maledire) in attesa del governissimo. Ma è altrettanto vero che l'ipotesi dell'incarico al Mv5 non è stata mai presa nemmeno in considerazione da tutti i "grandi" del Pd, compreso Bersani (non parliamo di Napolitano). C'è stata un bel po' di tracotanza in questo. Adesso fare le vittime per motivare la fiducia all'accordo con Silvio mi pare nascondersi dietro un dito. Ammiro Civati. Dissento dalla posizione di Mercedes. Ho sperato che ne prendesse un'altra. andrea

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  2. Concordo con Andrea. Aggiungo: Grillo ha puntato sulla coerenza, aveva detto che non avrebbe fatto alleanze, ma lavorato sul programma che aveva e quello ha fatto, ma il problema é che per vedere se aveva ragione dovremmo arrivare a nuove elezioni, e se tutto va bene ci arriveremo con il sistema attuale, ma probabilmente staremo peggio, con Berlusconi candidato presidente della repubblica e riforme istituzionali che blindano il potere attuale.
    Aggiungo ancora: cosa ci si dovrebbe aspettare da questo governo? 1) Che facciano la riforma elettorale, 2) che risolvano il conflitto di interessi, 3) che affrontino il problema finanziario in una prospettiva diversa da quella attuale, che si era basata solo sui tagli.
    Cosa invece mi aspetto data la situazione e le prime mosse del governo? 1) Che la riforma elettorale e delle istituzioni sará in mano alla persona che ha dimostrato il piú basso senso per le istituzioni finora, vale a dire Berlusconi. 2) che il conflitto di interessi diventi un tema tabu di cui nessuno mai possa parlare; 3) che invece di iniziare un percorso virtuoso per cui quello che lo stato incassa in tasse lo ridistribuisce in servizi si faccia marcia indietro, come Berlusconi proponeva. Su quest'ultimo punto una nota: una cosa é dire che se si pagano tasse si ricevono servizi, per cui, ad esempio, si potrebbe mantenere l'IMU, come in tutti gli altri stati europei, e introdurre gradualmente un reddito di cittadinanza, come in tutti gli altri stati europei; un'altra cosa é dire che le tasse si devono ridurre, si deve ridurre la presenza dello stato. Queste sono scelte politiche di fondo, su cui non mi trovo daccordo, per cui credo non ci sia veramente molta differenza fra avere questo governo e andare alle urne di nuovo.

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  3. I Governi si fannno con i voti di fiducia.
    Una volta ottenuta si approvano punti del programma.
    Se non si è costituito il Governo come si fa?
    Grillo dice cose sapendo che non sono realizzabili.
    Il PD non aveva e non ha la maggioranza al Senato.
    Quindi qualcuno la fiducia gliela doveva dare.

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    1. Mi tocca insistere. Tutti sanno che il PD non aveva la maggioranza al senato, grazie. Ma non sta scritto da nessuna parte che un governo di cambiamento deve per forza essere presieduto da Bersani (o altro PD). La fiducia a Bersani non andava data, era nel programma del MV5. NON era nel programma della coalizione (ormai dissolta) PD-SEL NON dare la fiducia (anche solo temporanea)a un presidente indicato dal MV5, specie se "terzo" rispetto a entrambi. Era nel programma PD-SEL NON fare un governo con Berlusconi. Hanno sbagliato sia il PD che il MV5, il primo per non aver mai nemmeno per scherzo preso in considerazione questa possbilità; il secondo per non averla chiaramente delineata (con un nome tra l'altro). Le colpe non sono affatto dello stesso peso (il governo con Silvio è semplicemente inqualificabile), ma sono di entrambi.

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  4. Si sarebbe almeno potuta prendere in considerazione l'ipotesi di un governo M5S, che da quanto ho capito non sarebbe stato un governo Grillo, ma un governo guidato da personalitá autorevoli nei vari ministeri. Non credo che un governo del genere avrebbe avuto problemi ad essere accettato anche dal PD; ma Bersani aveva nell'agenda di diventare capo del governo e non ha accettato risposte alternative.
    (Nicola)

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