martedì 16 luglio 2013

Quando io ero un Orango italiano

 
Nel 1985 dopo la laurea in Medicina a Bologna sono andata in Germania Federale a specializzarmi con un grande progetto: diventare Medico Anestesista Rianimatore.
Emigrai per dignità, per amore, per voglia di libertà  con il desiderio di riscatto,  voglia di vincere che la mia giovane vita  suggeriva.
Emigrai perché volevo specializzarmi non a carico della mia famiglia.
Allora la specializzazione non veniva pagata 1800 Euro al mese come oggi.
Amburgo mi accolse con tutta la sua bellezza, città ricchissima con oltre il 30% di stranieri :turchi, croati,italiani, sudamericani, marocchini, giapponesi,cinesi, angolani ecc.
Per poter lavorare avevo però bisogno di un permesso di soggiorno.
Eravamo nella Comunità Europea ma la grande Germania mi obbligava ad avere il  Permesso di Soggiorno che, guarda caso, però prevedeva avere già un lavoro!
Il lavoro però te lo davano se avevi l’Auffenthalerlaubniss, cioè il permesso di soggiorno.
Non lo avevo e parlavo pochissimo tedesco, nemmeno come molti turchi lo articolano.
Quel tedesco spezzato e sprezzato dagli alemanni  con disprezzo: il Tukischdeutch!.
Mi aiutò un'amica, mi fece un contratto di lavoro “falso” assumendomi come donna delle pulizie della sua ditta immobiliare.
Mercedes Lanzilotta, laureata in Medicina e Chirurgia, ottenne così il suo permesso di soggiorno.
Lo ebbi senza però incorrere, all’ufficio Immigrazione in cui ero incolonnati ( in coda Europa), alla mia prima acquisizione della mia diversità e ricevere la prima sberla di pesante sapore razzista.
Dopo 2 ore di attesa finalmente ebbi il permesso, con l'amarissima sorpresa di vedere scritto alla definizione  nazionalità : TURCA.
Eravamo si tutti  brutti e sporchi, mendicanti, oranghi turchi.
Tornai in quell'ufficio furiosa e dissi con quelle quattro parole che sapevo: Turco è lei!
( non era un concetto propriamente  articolato bene, ma costrinsi l'impiegato alle scuse e a cambiare la mia provenienza).
Qualche giorno dopo passeggiavo per l’elegante Elbschausse, tutte le panchine erano state imbrattate da estremisti di destra con la scritta  Auslaenderschwein!
(Straniero maiale).Anche quella domenica la sberla fece male, malissimo.
Le sberle non finirono: finalmente la mia prima assunzione e l'ingresso in Specialità  a Straubing, Bassa Baviera.
Non appena si formalizzò il contratto, naturalmente a tempo determinato(sic.. solo il primo di quattro), si costituì una sorta di Comitato di tedeschi che andarono chiedere la ragione del perchè questa italiana, protestando sino a fare una mozione al Comune,proprietario dell'Ospedale del 25% delle azioni fosse stata assunta.

La natura della protesta nasceva dalla mancata assunzione della moglie di un otorino che voleva fare la ginecologa, ma in attesa si abbassava a fare un anno in anestesia.
Erano medici e non, fancazzisti e non, semplicemente un bel colorato Comitato contro gli stranieri.
Peccato che la Germania in quegli anni faceva incetta di croati,serbi, iracheni,greci perchè i tedeschi preferivano specializzazioni che consentivano orizzonti di ricchezza maggiore.
Tanti e innumerevoli episodi di puro, bieco provincialismo e latente razzismo potrei ancora elencare, ma farei un torto  alla Germania che ho amato e che tanto, professionalmente e umanamente, mi ha dato.

Farei un torto perchè io, a pensarci bene, sono un orango italiano.
Un imbecille di leghista, solo due / tre anni fa, durante la visita preoperatoria ha fatto una battutaccia sulla mia palesissima  provenienza dal Sud, aggiungendo sue considerazioni sulla spocizia dei terroni.
Ho immediatamente scritto in cartella:
I
l paziente ha affermato in corso di visita anestesiologica".............................".Non esistendo il rapporto di fiducia reciproca,conditio sine qua non, tra paziente versus medico e viceversa, essendo l'intervento di elezione, mi rifiuto di procedere alle procedure di mia competenza.
Naturalmente è stato curato lo stesso, ma da un altro collega....ma è rimasto come un fesso alla mia reazione, adducendo che stava scherzando. Io no invece!
Siamo tutti del SUD da qualche parte
e Calderoli, come tutti i pezzenti intellettuali, in questo mondo possono solo avere il mio disprezzo.







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